
Escherichia coli epididimite: come si manifesta l’infiammazione
L’Escherichia coli può provocare l’insorgenza dell’epididimite che si manifesta con l’infiammazione dell’epididimo, una parte dell’apparato genitale maschile dell’uomo, a cui si associa dolore di intensità variabile. L’epididimite è spesso associata ad un’infezione batterica secondaria scatenata da diversi fattori predisponenti, in alcuni casi la condizion patologica può presentarsi senza infezione, ma i fattori eziologici maggiormenti implicti in questo quadro patologico prevedono processi di flogosi a carico del canale urinario provocati non solo dall’Escherichia coli ma anche da altri patogeni quali gonococco e clamidia; altre cause sono costituite da precedenti interventi dell’apparato genito urinario oppure casi di reflusso di urina nel vaso deferente. Non sono rari casi di epididimite di origine chimica provocata dall’assunzione di alcuni tipi di farmaci; talvolta la condizione patologica può assumere un carattere cronico, causando nel paziente infiammazione anche in assenza di infezione. Trattandosi di una problematica associata all’aggressione di batteri il medico prescrive una terapia farmacologica incentrata su un ciclo di antibiotici, se il dolore si presenta in maniera acuta possono essere prescritti farmaci oppiacei; si possono anche somministrare dei trattamenti palliativi quali: elevazione scrotale, impacchi freddi oppure applicazione di a livello dello scroto.
Come si tratta il quadro patologico

Il paziente colpito da epididimite con sintomatologia severa viene ricoverato di solito in ospedale e nei casi più gravi viene invitato a controlli periodici per monitorare l’evolversi dell’infezione. Nel caso in cui la sintomatologia non va incontro a miglioramenti si può intervenire con un’operazione chirurgica, si tratta della legatura della vena che consiste in un’iniezione a base di steroidi, analgesici ed anti-infiammatori a livello del nervo che irradia l’epididimo. Questo trattamento allevia il dolore per qualche mese e deve essere ripetuta ogni volta sia necessaria, fino alla completa guarigione del paziente; se anche questa opzione di cura non apporta benefici può essere necessario un intervento di rimozione dell’epididimo.