Fibromialgia relazione con l’apparato digerente
La fibromialgia non provoca disturbi solo a carico di ossa, muscoli ed articolazioni ma ha una stretta relazione con l’apparato digerente, un’alta percentuale di pazienti infatti presenta dei sintomi riconducibili al quadro patologico del colon irritabile. Più in generale il soggetto colpito da fibromialgia lamenta un quadro di sintomi caratteristico nel quale è possibile includere manifestazioni quali: stanchezza al risveglio, mal di testa, vertigini, disturbi articolari, dolore alle ossa ed ai muscoli, senso di fatica, gastrite, infiammazione intestinale; da recenti studi sperimentali è stata ipotizzata una più ampia implicazione della fibromialgia considerando la patologia un disturbo a carico del sistema nervoso centrale evidenziandosi come una problematica da ascrivere ad un’eccessiva percezione del dolore a livello cerebrale. Da diverso tempo poi vari ricercatori ritengono che sussistano dei legami diretti tra le malattie reumatiche ed i disturbi del tratto digerente, tenendo conto di alcuni meccanismi infiammatori comuni ai due contesti patologici, inoltre è stato evidenziata una maggiore predisposizione di chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn e retto colite ulcerosa) a sviluppare disturbi degenerativi a carico di articolazioni ed ossa.
Approccio terapeutico: influenza della dieta
Tra gli approcci terapeutici che attualmente vengono impiegati per trattare la fibromialgia si preve la somministrazione di una cura farmacologica a base di presidi medici quali anticonvulsivanti, antidepressivi ed oppiodi, spesso si affianca alla terapia farmacologica il supporto psicologico e quando necessario la riabilitazione fisica. Il moderno approccio al quadro patologico della fibromialgia prevede anche l’adozione di alcuni accorgimenti dietetici visto che sembra influire su questa patologia anche il microbiota ossia i batteri, virus e parassiti che in condizioni normali sono ospiti dello stesso apparato intestinale dell’uomo. Il microbiota sarebbe in grado di instaurare una sorta di barriera contro gli agenti esterni, attivando così una funzione di regolazione dei meccanismi infiammatori. Si stanno ancora valutando i possibili effetti positivi della dieta sui sintomi della fibromialgia, in particolare si potrebbero ottenere buoni risultati da un regime alimentare che non prevede il consumo di glutine visto che si sono evidenziati casi di riduzione del dolore nei pazienti colpiti da fibromialgia.